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Secondo Ernst Lutz, presidente dell'Associazione Europea per la Gestione della Ricerca Industriale, la raccomandazione di istituire un Consiglio Europeo per la Tecnologia e la Competitività Industriale (ETIC2) per guidare la collaborazione nel prossimo Programma Quadro (FP10) getterebbe le basi per un cambiamento trasformativo nel finanziamento della ricerca e dell'innovazione che renderebbe i programmi dell'UE più attraenti per le imprese.

La raccomandazione di costituire l'ETIC2 è stata formulata dal gruppo di esperti del report Heitor che consiglia la Commissione su Horizon Europe e sul prossimo Programma quadro e si basa sulla conclusione che la mancanza di investimenti dell'industria nella ricerca e nell'innovazione è la più grande sfida alla competitività europea.

Per affrontare questo problema, il gruppo ha raccomandato di rafforzare il coinvolgimento dell'industria istituendo l'ETIC2. Il consiglio sarebbe governato da esperti, tra cui amministratori delegati o CTO dell'industria, che siederebbero in un comitato modellato sul Consiglio scientifico del Consiglio europeo della ricerca. Si affiancherebbe a un Consiglio per le sfide sociali per la ricerca e l'innovazione di valore sociale che non ha un potenziale per le applicazioni industriali.

L'ETIC2, inoltre, potrebbe contribuire a collegare i diversi partenariati, ad esempio fornendo collegamenti tra tecnologie abilitanti come la microelettronica e la quantistica, l'intelligenza artificiale e altri settori industriali.

In tal senso, la relazione di Mario Draghi sulla competitività dell'UE ha evidenziato la mancanza di innovazione privata, con le imprese dell'UE che spendono per la R&I la metà del PIL rispetto alle imprese statunitensi, e soprattutto in settori maturi come l'industria automobilistica, piuttosto che in settori digitali e ad alta tecnologia.

A causa dell'inflessibilità, della frammentazione, della mancanza di attenzione alle tecnologie future e dell'onere amministrativo imposto ai partner, c'è il rischio che l'industria si allontani dal Programma quadro in un momento in cui sia l'industria che il Programma quadro hanno più che mai bisogno l'uno dell'altro.

Anche l'invito del gruppo consultivo a una radicale semplificazione del Programma quadro è stato accolto con favore dal settore privato. Il passaggio a un modello “prima la fiducia, poi la valutazione” ridurrebbe drasticamente gli oneri in termini di tempo e risorse, aprendo le porte a una più ampia gamma di aziende.

 

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Unione Europea